martedì, marzo 20, 2007

Champagne sotto le stelle tra Silverton e Broken Hill

L'unico vero problema sono le mosche. Nei 25 Km di outback che separano Broken Hill da Silverton pedalare sarebbe un piacere se non ci fossero miriadi di piccole mosche australiane. Pero' ci sono e la loro presenza incide pesantemente sulla carica introspettiva del paesaggio. "Cercano l'acqua", mi spiega un vecchietto sulla jeep alle porte di Silverton. "Per questo si insinuano sotto gli occhiali, ai bordi della bocca e nelle orecchie. Li' fiutano l'umidita'".

Il signore, dall'eta' indecifrabile, si era fermato per controllare che non ci fossero problemi. E problemi non ce n'erano. Io ero fermo per scattare una foto e lui poteva quindi proseguire per l'incrocio successivo dove una vacca la notte prima era stata fatalmente investita. Stavo per ringraziare l'uomo per la cortesia, quando quello si ferma per un ultimo consiglio: "Nella galleria d'arte Horizon, sulla tua destra di fronte al Silverton Hotel lavora una signora di nome Amanda. Ha vissuto 28 anni in Italia con il marito. Credo sarebbe felice di scambiare quattro chiacchiere con te".
"Lo faro' sicuramente",. rispondo stringendogli la mano.

Poche centinania di metri dopo ero nel cuore di Silverton, la citta' fantasma originata dal borgo minerario eretto a partire dal 1883. Al suo massimo splendore Siloverton ospito' circa 3000 anime, ma i filoni minerari piu' pregiati rinvenuti a Broken Hill la posero presto sulla via del declino. Solo pochi edifici sono sopravvissuti all'abbandono. Una decina in tutto, tra cui la vecchia sede del comune, la chiesa metodista, il carcere e il cimitero. Pochi tetti nel nulla, che hanno pero' saputo redimersi dall'oblio reinventandosi con l'arte. Silverton oggi e' sede di 3 gallerie d'arte, che la rendono la capitale della pittura nel Far West, e i suoi ruderi sono stati il set di alcuni film di culto. Su tutti Mad Max, con il giovane Mel Gibson nel 1981. Il Silverton Hotel sfoggia lussurioso le immagini di allora e all'entrata e' parcheggiata l'aggressiva auto sportiva cara al protagonista.

Tempo di un drink e un sandwich per ristorarmi dalla pedalata e sono da Amanda. Amanda e' una signora sulla sessantina, amante della quiete e del bel vestire. In Italia ha ancora una figlia, che lavora a Monza, non lontano da Milano, dove lei ha vissuto. "Ci sono stata poco tempo fa - racconta - ma ormai il mio posto e' qui. Anche mia figlia si e' accorta che ero stanca. Le ho mentito, dicendo che ero felice di esserle vicino, ma in realta' contavo i giorni che mancavano al mio ritorno tra Wallaby ed Emu".
"Penso di poter capire", rispondo. "Il contrasto tra Milano e Silverton e' evidente. Forse persino troppo. Quante persone abitano qui?".
"48 per l'esattezza. Coppie per lo piu'. Pittori per la maggior parte. Piu' qualche solitario amante dei cavalli o dei cammelli
".
"E che fanno nel tempo libero questi solitari spiriti del deserto?".
"Lavorano. Anche sette giorni su sette durante l'estate. E poi fanno festa. Due giorni fa per esempio c'e' stato un party all'Italian Club. Ho sparso un po' la voce e alla fine eravamo piu' di cinquanta, tutte persone conosciute da quando ho preso casa a Broken Hill. Qui le case costano poco e ho potuto permettermi cio' che a Melbourne avrei sognato. E per la mia vecchiaia e' meglio".
"Ma quindi tu abiti a Broken Hill, non a Silverton?".
"Oh si'. A Silverton vengo solo per lavoro. 25 Km non sono poi tanti, a parte in qualche caso particolare. Ieri sera per esempio. La tempesta ha rinvigorito i fossi che attraversano la strada e io sono rimasta bloccata tra due impetuosi corsi d'acqua. Avevo cibo, beveraggi e un buon libro. Ero gia' pronta per una tranquilla serata sotto le stelle insomma. Ma non e' andata cosi'. L'auto che era di fronte a me ha fatto marcia indietro, si e' avvicinata e dallo sportello si e' affacciata un'altra signora con una bottiglia di champagne. "Party?", mi ha chiesto. E cosi' e' stato. Un po' di musica dall'auto radio e un telone tra le due auto per proteggergi dalla pioggia".
"Stento a crederci", dico salutandola.

"Alla prossima", diciamo poi all'unisono in italiano. E' improbabile, ma, considerato il luogo, sono quasi certo che accadra'. Non sarebbe certo la cosa piu' strana successa nei paraggi. Qui, nel capodanno del 1915, due turchi - un gelataio e un macellaio - hanno dato origine allo scontro piu' acerrimo mai registrato nella nazione. Protetti da un carretto per gelati, hanno attaccato un treno carico di famiglie dirette verso il pic-nic: due morti e qualche ferito ricordati ovunque, dal museo ferroviario alla White Cliff Reserve dove c'e' addirittura una riproduzione del fatididico carretto.
Sempre qui, inoltre, e' stato eretto un monumento alla memoria di Wollace Hartley, il pianista del Titanic, quello che suono' sino alla fine del naufragio. Avete letto bene, si', ma non chiedetemi perche' una comunita' che muore di sete nel deserto si sente in dovere verso un transatlantico affondato da un iceberg.

Senza ambire a tanta saggezza, ieri sera ho provato piu' modestamente a chiedere a Sheila, la signora che gestisce l'ostello, cosa stiano a significare la coppia di leoni che campeggia di fronte a molti ingressi di edifici pubblici e privati di Broken Hill. "Un significato l'hanno", mi ha risposto lei confabulando con la collega per avere notizie piu' dettagliate. "Di preciso non so - ha ripreso dopo una pausa - ma certamente hanno un significato protettivo. Si', direi proprio che proteggono la casa di fronte a cui stazionano".
"Ma perche' proprio dei leoni? Non mi sembrano gli animali piu' rappresentativi del luogo!".
"Oopps", ha sobbalzato lei inarcando le spalle e coprendosi timidamente il volto sorridente. "Strange things do really happen in Broken Hill...".

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