domenica, gennaio 13, 2008

Il sonno della paura

Veniva da una famiglia propensa a catturare qualche extra dalla malavita. Il nonno, come professione, diceva di fare il giocatore. Non giocava, in realtà: passava i fine settimana in giro per le bische della Romagna a riscuotere una sorta di pizzo: per sedere al tavolo occorreva versare la quota, altrimenti non si entrava o si finiva ancora peggio.

Il business man aveva ereditato l'indole del nonno, ma l'aveva trasferita alla prostituzione. Il sesso a pagamento era un vizio più diffuso del gioco, quindi più redditizio: gli introiti crescevano secondo economie di scala. Andò tutto bene, fino al giorno in cui alla sua porta si presentò un giornalista. Il manager chiese se era lì per un “passaggio”, ma lo scribacchino rispose che era lì per lavoro. Dopo pochi istanti, una decina di volanti dei carabinieri sbarrò le vie d'uscita, facendo irruzione all'interno. Cercarono le donne anche nei frigoriferi.

“Hai avuto paura?” chiede l'amico al business man al termine del racconto
.
“Dei caramba?” fa lui in tono di scherno, alzandosi il colletto del cappotto. “Io non ho paura di nessuno. Figuriamoci di un idiota in divisa”.
L'amico ride, prende le sigarette dal tavolo e se ne va. Il business man invece resta seduto ancora per un po'. “Certo non è stata una bella esperienza” riflette a voce alta. Guarda l'orologio per constatare che è di nuovo tardi. Si versa qualche goccia di tranquillante in attesa di un sonno che non trova spazio tra i pensieri.

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